Metralla Rosa con Carla Tofano

Las vidas secretas de este vestido

By Carla Tofano

The secret lives of a dress

 

As with all fateful events and moments, this dress entered my life in all its glory during an ordinary working afternoon. 
In this era where digital information is relentlessly available, my phone feeds my frustration, providing images that are sometimes, frankly, overwhelming and with no care or concern for whether I am in the right place to receive them.

During a brief break in one of my endless afternoons of life painting classes for which I was modelling, I managed a quick glance at my mobile’s small display and saw a beautiful black dress. It had a long, winding shape, a haughty collar and endless sleeves. It was elegantly dark with just a touch of Gothic. I thought: “That’ s a wonderful dress!”.
I have, however, over the past few years learned to appreciate a thing of beauty, without necessarily feeling the need to own it. My exclamation was therefore devoid of any expectation or attachment.

Seconds later I turned away from my prosthetic screen and, as though emerging from a tunnel to walk into a cave, I once again became, and remained in, absolute silence. Completely still, in a pose, I returned to my work and forgot about the dress.

I had to wait another twenty minutes until my next break during which, naturally, I buried my ostrich head back into my phone, thirsty for more external inspiration. This time, I once again received proof that there is no such thing as coincidence in life.

After my moment of yearning and deep appreciation of that black dress, which I had let go of twenty minutes earlier, a message appeared before me that put it firmly back in my sights. The human being I love with all my heart, and with whom I wake up every morning, sent me a picture, that appeared in my private inbox, of that very dress, accompanied by the words “This would look amazing on you!”.

The comment made me smile. In fact, unable or unwilling to control it, I became the smile. My aura smiled and my thoughts smiled. Should I be surprised by this coincidence? Perhaps I should be. But no, it didn’t surprise me one bit.

That said, coincidences have always surprised me on a rational level – or I wouldn’t remember them – but on a more visceral level, they barely cause a stir.

I believe in all-powerful connections, unions that feel like alchemical experiments. I believe in a happy fusion of wonderful intents, and I believe in the endless interweaving of what we become when we love one another. I am fully aware that everything is beautifully connected. Synchronised revelations feel just as right as they do necessary.

Several days later the dress, that I hadn’t even had time to deliberately wish for, once again appeared on my mobile phone, the result of some calculated, secretive actions carried out by my favourite human being. Unexpectedly – as tends to be with all the best gifts – I received a friendly message from the dress’ designer, Magdalene Celeste. She told me we should arrange a convenient date to meet at her house, in order to tailor the dress I had been gifted to my measurements!

So to the first of the fateful moments in this story: Going to the North London home of my gift’s designer and magician, on a very dark winter’s afternoon, for her to feel the pulse of my body’s curves. Amongst gin and tonics, measuring tapes, thimbles, pins and playful, light-hearted conversations, I had my first close encounter with an experience that has been absolutely unprecedented for me since I moved to London.

The second moment was me, smiling again, looking at myself in the mirror whilst wearing a long, elegant, and partially assembled dress that was being temporarily held together by pins that neither I nor the mirror could see. Beyond moral concerns or false modesty, I felt like a seductive, wicked lead character in a tale of overwhelming cruelty.

Yet it was receiving the dress weeks later, wrapped in golden tissue paper, that truly conveyed to me that a love story was about to begin. A story that took root as I packed the dress, still wrapped in its golden paper cage, into a little suitcase ready to travel with me to Italy.

It was only when I saw it photographed, running downhill, draped over my body on a long avenue lined with towering cypresses, that I understood how the purity of an image can lie within the poetry of actions that re-enact it, giving it silent support. These actions quietly breathe themselves into unspoken events, and always reveal themselves in the final result.

No landscape, however beautiful, no body, however graceful, no dress, however gorgeous, can compete with the energy that is created by the desire to give happiness. Only a luscious, generous impulse can unleash a sequence of postcards that live on, tattooed in the photographic memory of a heart.

As I ran to Toby, my favourite human being, the eye behind the camera that captured this beautiful photo, the culmination and preamble to this text, I hadn’t realised that I was running from my past wounds. I was merely running to embrace him within an endless sky of perpetual gratitude, clad in a long, liberating dress as black as a raven’s wing.


Credits

Cover Photo: Toby Deveson, Montepulciano, Italy. December 2019
Inset Photo: Toby Deveson, Montepulciano, Italy. December 2019
Dress designed and made: Magdalene Celeste Website | Instagram | Facebook
Translation: by Valentina Sarno.
Photo during fitting: Magdalene Celeste

Le vite segrete di questo vestito

 

Così come occorre con gli accadimenti e le cose predestinate, la bellezza di questo vestito fece capolino nella mia vita durante un qualsiasi pomeriggio di lavoro. In quest’era di incontenibile accesso alle informazioni digitali, il mio telefono si occupa di alimentare le mie frustrazioni, con immagini francamente spesso devastanti, senza preoccuparsi se io sia o meno nel momento migliore per riceverle.

Durante una delle brevi pause in un’interminabile classe di pittura dal vivo per le quali modellavo, gettai uno sguardo al piccolo schermo del mio cellulare. Vidi un vestito nero bellissimo. Lungo, dalla linea sinuosa, con un collare altero e maniche infinite. Elegantemente scuro e moderatamente gotico. Pensai: che magnifico vestito!

Negli ultimi anni ho imparato ad apprezzare le cose belle senza doverle necessariamente possedere, quindi la mia uscita non conteneva né aspettative, né attaccamento.

Pochi secondi dopo, allontanai la testa dal mio schermo prostetico, e come uscendo da un tunnel per entrare in una grotta, tornai ad essere, ed a rimanere, nel silenzio assoluto. Statica, in posa, tornai al mio lavoro e mi dimenticai del vestito.

Venti minuti dopo, durante la prossima pausa, tornai naturalmente a nascondere la mia testa da struzzo, assetata di ispirazione esterna, dentro al mio telefono. In questa occasione quando lo feci, scoprii per la milionesima volta nella mia vita che le coincidenze non esistono.

Dall’altra parte del mio desiderio, quello che avevo rilasciato venti minuti prima – apprezzando senza particolare frenesia quel vestito nero – apparve un messaggio che mi ancorò di nuovo alla sua visione. L’essere umano che amo con tutto il mio cuore e a fianco a cui mi sveglio la mattina, mi aveva inviato una foto di quel vestito che per lunghi momenti si era imposto alla mia attenzione. La foto apparve nella mia casella di messaggi privati con un “this would look amazing on you!” (Questo vestito ti starebbe da dio!)

Il commento mi aveva fatta sorridere. Di fatto, senza che io potessi o decidessi di farlo, io divenni sorriso. La mia aura sorrideva, e sorridevano i miei pensieri. Ma… questa casualità avrebbe forse dovuto sorprendermi? Forse si. Invece no, non mi sorprese nemmeno un poco.

A dir il vero, le casualità mi sorprendono sempre a livello mentale – altrimenti non me le ricorderei – ma ad un livello più viscerale non mi smuovono nemmeno un battito di ciglia.

Io credo nei legami onnipotenti, nelle unioni che funzionano da esperimenti alchemici, credo nella felice fusione di stupende intenzioni, e credo nell’irrefrenabile intreccio di ciò che siamo quando ci amiamo. So bene che tutto è meravigliosamente connesso, quindi le scoperte sincronizzate mi sembrano tanto giuste quanto necessarie.

Il vestito che nemmeno avevo avuto tempo di desiderare in modo consapevole, per opera e grazia di calcolate azioni intraprese a mia insaputa dal mio essere umano preferito, arrivò al mio cellulare (di nuovo) vari giorni dopo, quando inaspettatamente – come arrivano di solito i migliori regali – ricevetti un amichevole messaggio dalla sua creatrice, Magdalene Celeste. Mi diceva che potevamo fissare, per quando mi convenisse, un appuntamento in casa sua per cucire il vestito che mi era stato regalato, su mia misura!

Visitare la casa nel nord di Londra della maga e creatrice del mio dono, in un buio pomeriggio invernale, perché prendesse il polso alle curve del mio corpo, fu la prima cosa. Tra gin tonic, metri da sarta, ditali, spilli e giocose conversazioni di leggera vicinanza, ebbi il mio primo incontro ravvicinato con un’esperienza per me assolutamente inedita, dal mio arrivo a Londra.

La seconda, guardarmi nello specchio, con un lungo ed elegante vestito mezzo realizzato, e temporaneamente tenuto insieme da spilli che né io né lo specchio riuscivamo a vedere, e sorridere di nuovo. Senza dubbi morali né false modestie, mi sentivo la seduttrice e malvagia eroina di qualche racconto di scandalosa crudeltà.

Tuttavia, è stato ricevere l’abito, avvolto in carta velina dorata, che mi ha resa davvero consapevole del fatto che stava per iniziare una storia d’amore.Questo vestito ha viaggiato con me in Italia, in una piccola valigia, ancora avvolto nella sua gabbia di carta dorata.

Ed è stato solo quando l’ho visto correre in discesa, sopra il mio corpo, giù per un lungo viale fiancheggiato da svettanti cipressi, che ho capito che la purezza di un’immagine sta nella poesia delle azioni che la ricreano e che le danno silenzioso sostegno. Le azioni che respirano discretamente all’interno degli eventi non detti sono sempre svelate nel risultato finale.

Nessun paesaggio, per quanto bello, nessun corpo, per quanto aggraziato, nessun vestito, per quanto fantastico, può competere con la vitalità che vive nel desiderio di dare felicità. Solo un impulso deliziosamente magnanimo riesce a scatenare una successione di cartoline, che sopravvivono poi tatuate sulla memoria fotografica di un cuore.

Mentre correvo verso Toby, il mio essere umano preferito e l’occhio dietro la macchina fotografica che ha scattato questa bellissima foto che è culmine e preambolo di questo testo, fuggivo – senza saperlo – dalle mie ferite passate. Correvo solo ad abbracciarlo in un immenso cielo di perpetua gratitudine, avvolta in un vestito lungo, liberatorio e nero come l’ala di un corvo.


Crediti

Cover Photo: Toby Deveson, Montepulciano, Italy. December 2019
Inset Photo: Toby Deveson, Montepulciano, Italy. December 2019
Dress designed and made: Magdalene Celeste Website | Instagram | Facebook
Translation: by Valentina Sarno.
Photo during fitting: Magdalene Celeste

Como ocurre con los sucesos y las cosas predestinadas, este vestido asomó a mi vida su belleza en una ordinaria tarde de faenas laborales. En esta era de imparable acceso a la información digital, mi teléfono se ocupa de mantener nutridas mis frustraciones, con imágenes francamente arrebatadoras, y sin considerar el hecho de que quizás yo no esté atravesando el mejor de los momentos cuando las recibo.

Durante una de las breves pausas de una interminable clase de pintura al vivo para la cual modelaba, asomé aquella tarde mi cabeza a la pequeña pantalla de mi teléfono móvil. Vi un vestido negro hermoso. Largo, de silueta sinuosa, cuello altivo y mangas eternas. Elegantemente oscuro y moderadamente gótico. Pensé: ¡Es un vestido hermoso!

En los últimos años he aprendido a apreciar la belleza de las cosas sin plantearme poseerlas, por lo que mi expresión carecía de expectativas o apegos.

Segundos después aparté la cabeza de mi prostética pantalla, y como quien sale de un túnel para entrar en una cueva, volví a ser y a estar en absoluto silencio. Estática, en pose, volví a mi trabajo y olvidé el vestido.

Veinte minutos después, durante la siguiente pausa, volví por supuesto a sumergir mi cabeza de avestruz, sedienta de forastera inspiración, en mi teléfono, y en esta oportunidad lo hice para descubrir por la millonésima vez en mi vida, que las casualidades no existen.

Del otro lado de mi deseo, el que había dejado volar en libertad 20 minutos antes – al apreciar sin vehemencia alguna aquel vestido negro – aparecía un mensaje que me anclaba de nuevo a su visión. El ser humano a quien amo con todo mi corazón y junto a quien despierto en las mañanas, me había enviado una foto del vestido que largos minutos se había robado mi atención. La foto apareció en mi casilla de mensajes privados con un “this would look amazing on you!” (¡Este vestido te quedaría espectacular!)

El comentario me había hecho sonreír. De hecho, sin poder o querer controlarlo me había vuelto sonrisa. Sonreían mi aura y sonreían mis pensamientos. Pero…¿Debería esta casualidad haberme sorprendido? Quizás si, pero no, no me sorprendió ni un poquito.

Bueno, las casualidades siempre me sorprenden a un nivel mental – de otro modo no lo estaría recordando – pero a un nivel más bien visceral no me arrebatan ni un nervioso pestañeo.

Yo creo en las conexiones todopoderosas, en las uniones que son como experimentos alquímicos, creo en la feliz fusión de estupendas intenciones, y creo en el entramado irrefrenable de lo que somos cuando nos queremos. Sé bien que todo está hermosamente conectado, por lo que los descubrimientos sincronizados me parecen tan justos como necesarios.

Varios días después, el vestido que ni siquiera había tenido tiempo de desear de un modo consciente, por obra y gracia de algunas calculadas acciones tomadas a mis espaldas por mi ser humano favorito, llegó de nuevo a mi teléfono portátil cuando, sin esperarlo – como suelen llegar los mejores regalos – recibí un amigable mensaje de su diseñadora, Magdalene Celeste. Me decía que podíamos tener cuando me resultara conveniente, una cita en su casa para coser el vestido que me había sido obsequiado, a la medida de mis medidas.

Visitar la casa en el Norte de Londres de la maga y la diseñadora de mi obsequio, en una tarde oscurísima de invierno, para que esta le tomara el pulso a las curvas de mi cuerpo, fue lo primero. Entre gin and tonics, cintas de medir, dedales, alfileres y juguetonas conversaciones de ligera cercanía, tuve mi primer encuentro cercano con una experiencia absolutamente inédita, desde mi llegada a Londres.

Lo segundo, fue mirarme en el espejo, con un largo y elegante vestido a medio armar, y temporalmente sostenido con alfileres que ni yo ni el espejo podíamos divisar, y sonreír de nuevo. Sin dudas morales y sin falsas modestias, me sentí como la seductora y malvada heroína de alguna historia de crueldad sobrecogedora.

Sin embargo, fue recibir el vestido empaquetado en papel de seda dorado, lo que realmente me hizo concientizar que una historia de amor estaba a punto de comenzar. Este vestido viajó conmigo a Italia, en una pequeña maleta y aún envuelto en su dorada jaula de papel.

Y fue sólo cuando lo vi correr en bajada, sobre mi cuerpo, por una larga avenida bordeada de altísimos cipreses, que comprendí que la pureza de una imagen, descansa en la poesía de las acciones que la recrean y le dan silencioso soporte. Las acciones que discretas respiran en el interior de los eventos no narrados, siempre se revelan en el resultado final.

Ningún paisaje, por hermoso que sea, ningún cuerpo, por agraciado que sea, ningún vestido, por fantástico que sea, pueden competir con la vitalidad que vive en el deseo de obsequiar felicidad. Solo un impulso deliciosamente magnánimo, logra desencadenar la sucesión de postales, que luego sobreviven tatuadas en la memoria fotográfica de un corazón.

Mientras corría hacia Toby, mi ser humano favorito y el ojo detrás de la cámara que capturó la hermosa foto que es colofón y preámbulo de este texto, huía – sin saberlo – de mis heridas del pasado. Corría para abrazarle en un inmenso cielo de gratitud perpetua ataviada en un largo vestido, liberador y negro como el ala de un cuervo.


Creditos

Cover Photo: Toby Deveson, Montepulciano, Italy. December 2019
Inset Photo: Toby Deveson, Montepulciano, Italy. December 2019
Dress designed and made: Magdalene Celeste Website | Instagram | Facebook
Photo during fitting: Magdalene Celeste


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