Metralla Rosa con Carla Tofano

Especulo especulorum

By Carla Tofano

Speculum Speculorum

 

…2023

Some things never change, and my unease on the gynaecological table hasn’t transformed, despite the love I have learnt to feel for my own vulva and the way it can be appreciated in order to understand the immeasurable depth of the human condition. When I originally wrote the article below, in 1996, I neglected to mention that intimate or sexual exchanges between women are not an exception to those for whom it is a regular occurrence. I am, indeed, a little embarrassed to have approached the subject with such a binary mentality but, I will say in my defence, that I was trying to be consistent with my truth, not all possible truths, despite being fully aware of them. The natural forces that live within our wombs make us the owners of magical caves, and yet I am still in pursuit of an absolute radical understanding of this beauty in order to be able to spread my legs wherever I may be, with a glorious sovereignty and absolute confidence. I am, however, reassured by the fact that, for every year that passes, I become a little less foolish and a little more shameless.


…1996

If you belong to the sex whose hips widen as you mature, you have reached or passed puberty, live under the umbrella of gentrified middle class aesthetics and you regularly undergo the medical examinations required by the responsibilities of civic decency, then you have most probably been to the gynaecologist on more than one occasion. And surely the scientific outlook that broadly supports the modern way of life will dismiss the modesty I feel when it comes to these visits, calling it provincial or absurd. And at the same time I have to ask forgiveness to those of you who are of a broader, more liberal and more advanced mindset than I am, but, as far as I am concerned, when it comes to the medical exploration of my erogenous cavities, I have my reservations.

From my first (and, of course, most uncomfortable) visit to the gynaecologist – a momentous event, which I could no longer postpone because of my age – I decided, with no exceptions, that any future consultations, for the rest of my life, would be with female doctors. On more than one occasion, while in conversation with other women (who were probably much less fussy than me), I found that most claimed to feel more comfortable in the hands of a male gynaecologist. Most of them agreed that male doctors tended to be more cautious and delicate during procedures, precisely because they lack the same reproductive organs as their patients. I cannot deny that for this type of procedure, delicacy is undoubtedly a virtue that is appreciated, but, dare I suggest that, unconsciously at least, what these women feel more comfortable with is the naturalness of an intimate male-female dynamic and, furthermore, I suspect that there is also a certain innate comfort in this, despite the fact that it is has come about for medical and financial motives, rather than lewd or carnal.

As far as I am concerned, it is very difficult for me to cold heartedly separate the various aspects of my human complexities, thus ensuring that reason and emotions do not trip each other up and, although it may appear twisted and ill-considered, I find it extremely difficult to shed my most intrinsic of modesties and open my legs in front of someone with whom I have a cold, impersonal bond. And do not think that, just because the examination is done by a woman, it becomes any less painful. But, it would seem that, having grown up being observed, sometimes without clothes on, by the eyes of my mother and sister, it is possible I feel a greater tranquility, a certain complicity and empathy of equals amongst women, despite the temporary discomfort caused by the disadvantageous circumstances.

The discomfort comes from the fact that, for obvious reasons, it is you who finds herself in a cold office, wearing a thin, short see-through paper gown, without any underwear, lying on a table specifically designed to allow, on the one hand, the doctor to go about their business and, on the other, to create absolute discomfort for the patient. You have to place your feet in stirrups, designed to keep your legs bent and far enough apart to make you blush, allowing a perfect view of the area that needs examining – and all of this before you even take into account the speculum and other very, very cold metal instruments, designed to penetrate your warm interior. And, on top of all this, the consultation will include personal questions about your sex life, your type of partner and other highly intimate details, which you may not necessarily want to share.

The boundaries between our personal spaces are so confusing that, despite knowing the benefits – these consultations are, after all, solely for your health – you still have the right to feel unprotected, maybe even violated and somewhat out in the open. I confess that, even though I always feign the same calm disposition I am faced with when being treated by a doctor and, despite the fact that I use a female doctor who, due to her gender, shares the secrets of femininity with me, I can never shake off that certain discomfort that turns my every gynaecological visit into an underhand form of torture.


Translation by: Toby Deveson & Carla Tofano
Especulo Especulorum: Originally published in issue 28 of Urbe between the 18th of July and 1st of August 1996.

Speculum, speculum delle mie brame

 

…2023

Ci sono cose che non cambiano mai e il mio disagio sul lettino ginecologico non si è trasformato per un incantesimo, nonostante l’amore che provo per la mia vulva e per la vulva in genere come strumento atto alla comprensione di una dimensione umana inestimabile. Quando ho scritto questo testo ho lasciato fuori dal campo delle possibilità il fatto che i rapporti di natura intima e sessuale tra donne non siano un’eccezione per chi li considera una regola. Mi vergogno un poco per aver affrontato questo tema con una mentalità così rigorosamente binaria, ma, in mia difesa, potrei dire che cercavo di essere coerente con la mia realtà e non con tutte le realtà possibili pur essendo al corrente della loro esistenza. Tutte le forze naturali che si trovano nel nostro utero rendono noi donne padrone di cavità magiche, e tuttavia, cerco ancora la comprensione assoluta e radicale di questa bellezza, fino a giungere ad aprire le mie gambe lì, in qualsiasi luogo, come una gloriosa sovrana e assoluta fiducia. Per mia consolazione, ogni anno di vita che mi passa dentro mi rende anche un po’ meno ingenua e un po’ più spudorata.


…1996

Se appartieni al genere che ti allarga i fianchi con gli anni, e hai raggiunto o superato la pubertà, e vivi secondo le regole dell’imborghesita e asettica classe media, e ti sottoponi regolarmente alle visite di controllo a cui ti obbligano le responsabilità della morale civica, allora hai sicuramente consultato un ginecologo in più di un’occasione. Tutta la visione scientista che sostiene largamente la modernità, di sicuro criticherà il mio atteggiamento di pudore nei confronti di questi esami, definendolo provinciale o perverso. Allo stesso tempo, dovranno giustificarmi quelli (e quelle, ovviamente) di più larghe vedute, più liberali e anche superate, ma, per quanto mi riguarda, in relazione al controllo medico delle mie cavità (profondità) erogene, propongo le mie condizioni e mantengo le mie riserve.

Dalla prima volta (tra tutte la più imbarazzante, sicuramente) in cui ho deciso di prendere un appuntamento dal ginecologo – e questo perché la mia età non mi permetteva più di continuare a rimandare il fatale evento – ho posto come condizione sine qua non, per tutto il resto della mia vita e delle mie visite, quella di presentarmi alla convocazione di donne medico specializzate nel campo. 
 
Nel corso di più di una conversazione, ho scambiato la mia opinione con quella di altre ragazze (di sicuro più smaliziate) e la maggior parte di queste sostengono di sentirsi più a loro agio nelle mani di ginecologi uomini. Quasi tutte sono d’accordo sul fatto che questi ultimi, i medici di genere maschile, dato che mancano degli stessi organi riproduttivi delle pazienti, tendono a essere più attenti e delicati nelle procedure. Non posso negare che in questo tipo di pratiche la delicatezza è senza dubbio una virtù gradita, tuttavia, mi spingo a sospettare che, inconsapevolmente, ciò che preferiscono le donne che condividono questa opinione è la naturalezza della relazione intima uomo-donna, e sospetto che predomini una certa condizione di comfort innato, sebbene si tratti di un prestazione con fini medici e di lucro, assolutamente non lascivi o carnali.

Per quanto mi riguarda, mi costa molto separare matematicamente i territori della mia complessità umana fino ad arrivare al punto che la ragione e il sentimento non interferiscano reciprocamente, e sebbene possa sembrare contorto e un tantino perverso, mi costa molto disfarmi, come fossero zavorre, dei miei pudori più profondi, per aprire le gambe spalancandole di fronte a qualcuno con cui ho un freddo legame impersonale. Che il comando del processo esaminatore lo assuma una donna nemmeno convince del fatto che l’operazione si trasformi in un evento del tutto semplice, ma, dato che sono cresciuta lasciandomi vedere, a volte svestita, dagli occhi di mia madre e di mia sorella, è possibile che io provi, nonostante il disagio temporaneo causato dalle circostanze, una maggiore tranquillità, una certa complicità, un’empatia tra eguali.

Il disagio sta nel fatto che, per ragioni mediche, sei tu quella che si trova in questo freddo consultorio con una vestaglia leggerissima e cortissima di carta azzurra trasparente, senza biancheria intima e sopra un lettino appositamente progettato per facilitare, da una parte, l’azione del medico e, dall’altra, la scomodità più assoluta della paziente. Ti tocca poggiare le tue estremità su dei poggiapiedi che mantengono le gambe piegate e separate (quanto basta a farti arrossire e a facilitare la perfetta visibilità della zona che deve essere esaminata), e tutto questo senza contare che lo speculum e tutti gli altri strumenti che penetrano nelle tue calde profondità, poiché sono di metallo, di solito sono quasi sempre molto, molto freddi. Inoltre, la visita comprende domande personali sulla tua vita sessuale, di coppia e altri particolari di assoluta intimità, che non devi necessariamente aver voglia di condividere. 



I limiti stabiliti tra i territori esistenziali sono così confusi, che, pur essendo a conoscenza dei benefici – in fin dei conti è la tua salute l’unico scopo di tali visite – fai affidamento sul tuo diritto di sentirti in qualche modo indifesa, forse un tantino violata o magari anche un po’ al freddo. Confesso che, malgrado io finga la stessa serietà e la stessa calma che sempre riguardano i medici quando si prendono cura di te, e malgrado le mie visite siano condotte da una dottoressa che grazie al suo genere condivide con me i segreti della femminilità (ci riguardano entrambe), non riesco a disfarmi di un certo disagio che mi fa subire ogni visita ginecologica come una subdola forma di tortura.


Tradotto da: Alessandra Greco
Especulo especulorum: pubblicato per la prima volta su Urbe 28, dal 18 luglio al 1° agosto 1996.

…2023

Algunas cosas nunca cambian y mi incomodidad en las mesa de examinación ginecológicas no se ha alquimizado, muy a pesar del amor que siento por mi propia vulva y por la vulva como instrumento para la comprensión de una dimensión humana inconmensurable. Cuándo escribí este texto dejé fuera del escenario de posibilidades que los intercambios de naturaleza intima sexual entre mujeres no son una excepción para quienes lo viven como regla. Me avergüenza un poco haber abordado el tema con una mentalidad tan estrictamente binaria pero diré en mi defensa que intentaba ser coherente con mi verdad y no con todas las verdades posibles aun estando al tanto de ellas. Todas las fuerzas naturales que viven en nuestros úteros nos hacen a todas las mujeres dueñas de cavidades mágicas, sin embargo, aun persigo la comprensión absoluta y radical de esta belleza, para desde allí abrir mis piernas, en el lugar que sea, con gloriosa soberanía y confianza absoluta. Para mi propio consuelo, cada año de vida que me atraviesa me hace un poco menos tonta y un poco mas impúdica.


…1996

Si eres del sexo que ensancha caderas al crecer, y has alcanzado o superado la pubertad, y vives bajo los cánones de la aburguesada asepsia clase media, y cumples regularmente con las supervisiones médicas a las que obliga la responsabilidad de la decencia ciudadana, entonces has acudido seguramente en más de una oportunidad a la consulta de un médico ginecólogo. Toda concepción cientificista que asuma la modernidad con amplitud, seguramente denigrará mi actitud de pudor frente a tales examinaciones, tildándola de provinciana o pervertida. De igual modo, tendrán que disculparme los (y las, por supuesto) de mentalidad más amplia, liberal y superada, pero en lo que a mí respecta, con relación a la supervisión médica de mis erógenas cavidades (profundidades) propongo mis condiciones y tengo mis reservas.

Desde la primera vez (de todas la más incómoda, por supuesto) que decidí asistir a una cita ginecológica – y eso porque mi edad no me permitía seguir dándole prorroga al fatal advenimiento – asumí como condición sine qua non para el resto de mi vida y de mis consultas, que sólo acudiría a la convocatoria de médicos mujeres especialistas en la materia. En más de una conversación he intercambiado mi parecer con otras chicas (seguramente menos enrolladas) y la mayoría de ellas alegan sentirse más cómodas en manos de hombres médico ginecólogos. Casi todas coinciden en que ellos, los médicos del sexo masculino, por carecer de los mismos órganos reproductores que sus pacientes, tienden a ser mas prudentes y delicados en los procedimientos. No puedo negar que en este tipo de operaciones la delicadeza es sin duda una virtud que se agradece, sin embargo, me atrevo a sospechar que, inconscientemente, lo que prefieren las mujeres que comparten esta opinión, es la naturalidad de la relación intima hombre-mujer, sospecho que reina cierta condición de comodidad innata, aún tratándose de un performance con fines médicos y lucrativos, mas no lascivos ni carnales.

En lo que a mi respecta, me cuesta mucho separar matemáticamente los territorios de mi complejidad humana logrando que la razón y el sentimiento no se estorben entre sí, y aunque pueda parecer retorcido y malpensado, me cuesta mucho deslastrarme de mis pudores mas intrínsecos, para abrir mis piernas de par en par frente a alguien con quien estrecho un frío vínculo impersonal. Que la batuta del procedimiento examinador la lleve una mujer tampoco crean que convierte la faena en un advenimiento del todo sencillo, pero como crecí dejándome ver, en ocasiones sin ropa, por los ojos de mi madre y mi hermana, es posible que sienta, a pesar de la desventaja momentánea de condiciones, una mayor tranquilidad, cierta complicidad, empatía de iguales.

La desventaja consiste en que por circunstancias operacionales eres tú quien está en este frío consultorio con una finísima y cortísima bata de papel azul transparente, sin ropa interior y sobre una camilla especialmente diseñada para facilitar, por un lado la operación del médico y por el otro la incomodidad mas absoluta de la paciente. Te toca colocar los pies sobre unos pedestales que mantienen tus piernas dobladas y separadas (lo suficiente como para ruborizarte y como para facilitar la perfecta visibilidad de la zona a ser examinada), y todo esto sin contar con que el especulo y el resto de los instrumentos que penetran tu cálido interior, por ser de metal, suelen estar casi siempre muy, muy fríos. Además, la consulta incluye preguntas personales sobre tu vida sexual, tipo de pareja y algunas otros particulares de suma intimidad, que no tienes que tener necesariamente ganas de compartir.


Los límites establecidos entre las territorialidades vividas son tan confusos, que aún a sabiendas de los beneficios – a fin de cuentas es tu salud el único fin de dichas consultas – cuentas con el derecho de sentirte de algún modo desprotegida, quizás algo vulnerada o a lo mejor un poco a la intemperie. Confieso que, a pesar de que finjo la misma seriedad y la misma calma que siempre concierne a los médicos cuando te atienden y a pesar de que visito una doctora que por su género comparte conmigo los secretos de la feminidad (a ambas nos atañen), no logro deslastrarme de cierta incomodidad que me hace padecer cada encuentro médico ginecológico como una solapada forma de tortura.


Especulo Especulorum: publicado por primera vez en Urbe 28, del 18 de julio al 1 de agosto de 1996.


Pantaletas de mujer

por Carla Tofano
5th March 2023

La leche que chorrean los sueños híbridos de Tecla

por Carla Tofano
24th September 2022

Ver es ser libre

por Carla Tofano
5th May 2022

Atropellada

por Carla Tofano
21st November 2021

Veo veo ¿Qué veo?

por Carla Tofano
18th October 2021

Los Ángeles

por Carla Tofano
2nd September 2021

Todo sobre mi padre

por Carla Tofano
29th August 2021

Rojo Coca Cola

por Carla Tofano
27th July 2021

Yo Como Ella

por Carla Tofano
10th June 2021

Londres soy yo

por Carla Tofano
29th May 2021

Y un día, la muerte

por Carla Tofano
17th May 2021

Naiguatá

por Carla Tofano
15th April 2021

Mujer Collage

por Carla Tofano
21st March 2021

El día de la madre, desnuda

por Carla Tofano
17th February 2021

El amante ideal y sus visiones peligrosas

por Carla Tofano
2nd February 2021

Luz Naranja

por Carla Tofano
30th January 2021

Tetas de Basurero

por Carla Tofano
9th January 2021

Guest Blog

by Anna McNay
14th November 2020

En Defensa Propia

por Carla Tofano
16th October 2020

She flirts with you

by Toby Deveson
29th September 2020

Orgasmo mio

por Carla Tofano
7th August 2020

Nado, luego existo

por Carla Tofano
22nd June 2020

Hija de Neptuno

por Carla Tofano
8th May 2020

Extravagante melancolía

por Carla Tofano
6th April 2020

Mi cuerpo: mi pena y mi gloria

por Carla Tofano
20th March 2020

Mercurio retrogradando entre mis palmeras

por Carla Tofano
29th February 2020

Intimidad Sangrienta

por Carla Tofano
10th January 2020

Las vidas secretas de este vestido

por Carla Tofano
8th January 2020

From Dark to Light

por Carla Tofano
19th December 2019

¿Cuál Metralla? ¿Por qué Metralla?

por Carla Tofano
7th December 2019

Yo Soy Deseo

por Carla Tofano
22nd October 2019

A Window Into The Soul

by Toby Deveson
3rd October 2019

Lenguas Que Se Encuentran

por Carla Tofano
1st October 2019

The Queen of Selfies

by Toby Deveson
19th September 2019

La Piel De Mi Destino

por Carla Tofano
16th September 2019

Welcome To Metralla Rosa

by Toby Deveson
1st July 2019