Monólogo Rosa 22

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A good bad mother…

October 20, 2020 marked the 25th anniversary of the death of Tecla Tofano. Tecla was, is and always will be a beacon within Venezuelan cultural history – for her artistic legacy, her fight at the forefront of the country’s feminist movement and for her untamed visionary stubbornness. But personally speaking, this day is important to me because Tecla was, is and always will be, my mother.

My mother, who criticised me when I talked rubbish, who wouldn’t let me watch Miss Venezuela because we only had one television and ‘she refused to watch that shit’, who dared say that a mother could, and should, have personal ambitions, who said she had no intention of raising grandchildren as she had already done enough with her own children, and who, when I asked about the meaning of a word, said: ‘look it up in the dictionary’.

My mother, who never visited my school on any of the occasions that the head teacher summoned her – she sent my sister instead – because, according to her, my grades were good enough and that was all that mattered, who only kissed me as I fell asleep and who made me climb the 11 floors of the building in which we lived, every day, so that we could exercise.

My mother, to whom I will be forever grateful to for having been allergic to parental ‘Clichés’ as well as for teaching me that a mother’s love need not self-mutilate in the face of a woman’s personal aspirations.

Like Tecla, there were many times I had to leave my children with a third party in order to go to work. As a mother I have never had all the answers and I have a terrible sense of what is seen as traditional authority, because I find it so difficult to speak from the top of Mount Olympus in the way that some parents seem to manage with such ease. I couldn’t be more erratic, more clueless or more inefficient. I cry when I shouldn’t, I laugh hard, I’m late for important appointments because I try to do more than I can, and I embarrass my children with my self consuming selfies.

However, thanks to Laura Baena’s bad mothers club, I do not feel alone, and thanks to the fantastic ‘bad mother’ I had, I am not an off the shelf mother, but rather the argumentative and forever questioning daughter of a critical, non conformist mother who was also a bright beacon of inspiration.

In this Monólogo, Carla mentions Laura Baena and her Club of bad mothers.

Buona cattiva madre…

Il 20 ottobre 2020 ha segnato il 25 ° anniversario della morte di Tecla Tofano. Tecla è stata, è e sarà per sempre un riferimento nella storia culturale venezuelana grazie al suo contributo artistico, alle sue lotte a capo dei movimenti femministi del paese e alla sua indomabile ostinazione visionaria. Ma, personalmente, questo giorno è importante per me perché Tecla era, è e sarà per sempre, mia madre.

La madre che mi criticava quando dicevo sciocchezze, quella che non mi permetteva di vedere “Miss Venezuela” perché avevamo solo una televisione e lei non avrebbe guardato quella merda, quella che osava dire che una madre poteva e doveva avere ambizioni personali, quella che diceva che non aveva intenzione di crescere i suoi nipoti, che aveva già fatto abbastanza per i suoi figli, e quella che, quando le chiedevo il significato di una parola, mi rispondeva: ‘cercala nel dizionario’.

Mia madre, che non si è mai presentata a scuola nessuna delle volte in cui la rappresentante l’aveva convocata – ha mandato mia sorella al suo posto – perché i miei voti erano buoni e quello era tutto ciò che secondo lei contava, mi baciava solo quando mi addormentavo , e mi faceva salire a piedi, ogni giorno, gli 11 piani dell’edificio in cui vivevamo per fare esercizio. Per essere stata allergica a tutti i cliché sentimentali, le sarò perennemente grata. E anche per avermi insegnato che l’amore materno non passa attraverso l’automutilazione di tutte le aspirazioni personali di una donna. 

Come Tecla, molte volte ho dovuto lasciare i miei figli a terzi per andare a lavorare. Come madre non ho mai avuto tutte le risposte, ho un pessimo senso dell’autorità nel significato classico del termine, perché trovo difficile parlare dall’Olimpo nel quale alcuni genitori sembrano trovarsi così a loro agio. Non potrei essere più imperfetta, più distratta e più inefficiente. Piango quando non devo, rido forte, sono arrivata piú di una volta in ritardo ad appuntamenti importanti per cercare di fare più di quanto sia possibile in poco tempo, e metto continuamente in imbarazzo i miei figli con i miei egocentrici selfie. Grazie al club delle ‘cattive madri’di Laura Baena non mi sento pero così sola, e grazie alla fantastica ‘cattiva madre’ che ho avuto, non sono una madre modello, ma la figlia ribelle di una madre critica, fuori dai canoni e assolutamente stimolante.

In questo monologo, Carla menziona Laura Baena e la sua club di cattive madri.